LA FATTISPECIE

In data 27 maggio 2022 l’OCSE ha avviato una consultazione pubblica sugli aspetti fiscali dell’Amount A del Pillar One.

La consultazione pubblica si inserisce nell’ambito dei lavori dell’OCSE/del G20 volti all’implementazione, nell’ambito del progetto BEPS (Base Erosion and Profit Shifting), del modello a due pilastri elaborato in relazione alle tax challenges derivanti dalla digitalizzazione dell’economia. Infatti, come noto, la digitalization ha messo in crisi i tradizionali business models basati sulla presenza fisica come criterio per determinare la potestà impositiva degli Stati.

In tale contesto si colloca l’emanazione in data 8 ottobre 2021 dello “Statement on a Two-Pillar Solution to Address the Tax Challenges Arising from the Digitalisation of the Economy”, che introduce nuovi principi a fondamento della tassazione.

Tali principi sono ravvisabili nei seguenti due pilastri («pillars»):

  • il Pillar One ha come finalità la definizione di un nuovo criterio fondante la potestà impositiva di uno Stato, che supera i tradizionali concetti di «residenza» e «territorialità»: tale nuovo criterio è rappresentato dalla c.d. «market jurisdiction», che consentirà agli Stati di esercitare la propria sovranità impositiva nei confronti di società non residenti che, pur in difetto di un collegamento fisico con detto Stato, conseguano una determinata soglia di ricavi attraverso transazioni con soggetti ivi localizzati;
  • il Pillar Two diretto a contrastare gli arbitraggi nell’allocazione dei redditi e prevede l’applicazione di una soglia di imposizione minima con una aliquota effettiva del 15% (Global anti-Base Erosion Rules, GloBE).

Da un punto di vista soggettivo il Pillar One si applica ai gruppi multinazionali con un fatturato globale superiore ai 20 miliardi di euro, ed una redditività superiore al 10% del fatturato, operanti in tutte le industry (con la sola esclusione delle attività estrattive e di prestazione di servizi finanziari).

La soglia del fatturato globale è poi prevista in riduzione a 10 miliardi di euro dopo un periodo (pari a 7 anni), di positiva implementazione del modello.

Il Pillar Two ha un ambito soggettivo di applicazione molto più ampio rispetto al Pillar One poiché sono ricomprese nella minimum tax i gruppi che realizzano un reddito globale (i.e., ricavi su base consolidata) superiore a 750 milioni di euro (in compliance con quanto previsto dalla BEPS Action n. 13).

L’AMOUNT A

I redditi delle imprese non residenti derivanti dalle attività cross-border che possono essere assoggettati a tassazione sono classificati in due tranches: i c.d. Amount A e Amount B. In particolare, l’Amount A è costituito dal residual profit che è pari al 25% della parte eccedente il 10% di redditività e che sarà redistribuito tra le varie giurisdizioni in base a determinati criteri. È infatti prevista l’introduzione di un nexus speciale che consentirà l’allocazione ad una giurisdizione quando il gruppo multinazionale realizzi almeno un milione di euro di ricavi nella stessa.

L’OGGETTO DEL DRAFT FOR DISCUSSION ED I COMMENTI RICEVUTI

Oggetto del draft for discussion dello scorso 27 maggio il c.d. Tax Certainty Framework per l’Amount A che garantisce ai gruppi interessati la certezza di tutti gli aspetti delle nuove norme, compresa l’eliminazione della doppia imposizione. In questo modo si elimina il rischio di un’attività di compliance non coordinata in tutte le giurisdizioni in cui un gruppo genera ricavi, nonché di un processo lungo e complesso per la risoluzione delle controversie.

Molti i commenti pervenuti dai practitioners, nonché dalla business community (tra cui ICC, USCIB, Bundessteuerberaterkammer, Business Roundtable, AIMX, API, BIAC, EBIT, ecc.).

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